Avete presente la casetta di marzapane di Hansel e Gretel? Ecco, questo è proprio quello che vi si presenta davanti gli occhi all’interno di una pasticceria siciliana, e l’unica cosa di cui bisogna preoccuparsi non è vedere la strega, ma fare tardi mangiandone uno per ogni tipo.

Ogni comune del distretto turistico Valle dei Templi è in grado di offrire una quantità enorme di dolci diversi e adatti alle esigenze di tutti. La Sicilia non è solo cannoli e cassate, i dolci hanno dietro di se una storia difatti possiamo riscontrare segni della Magna Grecia passando agli arabi e le frattaglie di tradizione ebraica e poi dicono che le invasioni portano solo cose negative: alla Sicilia moderna hanno lasciato dei grandi tesori come sono considerate le famose ricette che tutto il mondo invidia, dalle paste di mandorla all’agnello di Favara, dalla cubaita alla granita al limone. Quest’ultima è tradizione offrirla agli ospiti nel periodo estivo.


In passato i dolci venivano serviti assieme a ricchi vassoi di frutta al termine di ogni pasto o durante il simposio che era la parte più importante e gaia del banchetto, oggi invece vengono serviti dopo le portate principali accompagnando la fine di un ottimo pranzo o di una ottima cena.


Ruolo di fondamentale importanza ricoprono le mandorle, nell’agrigentino è possibile mangiare la cubata ovvero un torrone glassato e molto croccante, al contrario delle paste che talmente morbide riescono a sciogliersi in bocca. Se ci spostiamo nel territorio raffadalese è il pistacchio a farla da padrona, i cestini con la crema, il gelato , il panettone nel periodo natalizio e la pistacchiella esportata in tutto il mondo mantengono alto un marchio di grande qualità e grande prelibatezza.


Cannoli e cassate hanno bisogno di poche presentazioni, simboli di pasticceria per eccellenza regalano momenti di piacere a chiunque li mangi, specialmente ai tantissimi turisti che purtroppo non possono che gustarlo nella sua originalità nelle loro vacanze sicule.
Secondo una diffusa tradizione il cannolo siciliano deve il proprio nome ad uno scherzo carnevalesco che consisteva nel far fuoriuscire dal cannolo la crema di ricotta al posto dell’acqua, cannolo è un termine dialettale che indica una sorta di rubinetto.Si narra che furono per prime le donne dell’Harem del Castello delle donne del signore dell’allora Qalc’at al-Nissa (Caltanissetta) le inventrici della ricetta. In questo luogo, secondo la tradizione tramandata fino a noi, gli emiri saraceni tenevano i propri harem e fu qui che le donne dell’harem lo crearono per prime, forse come omaggio vagamente fallico ai propri uomini.
E dopo questo dolcissimo articolo vi lascio con una citazione di Davide Ortisi, scrittore di Augusta che in merito al cannolo dice.
« Il cannolo siciliano rappresenta l’amore tra un uomo e una donna, la cialda che rappresenta la virilità, la durezza, avvolge in un abbraccio di protezione la ricotta, che rappresenta, con il suo candore, la morbidezza, la dolcezza e la delicatezza della femminilità »
(Davide C. M. Ortisi, Filosofia in Pillole,)